L’inquinamento acustico in casa è spesso un nemico velato di cui ci si rende conto solo quando i danni che provoca diventano insostenibili da sopportare.

Non tutti sanno infatti che l’esposizione prolungata a livelli di rumore molto elevati comporta notevoli conseguenze che si vanno a ripercuotere sull’umore, sul benessere, sulla capacità di concentrazione, sul sonno e, in genere, sulla qualità della vita intera.

Vediamo di seguito come si può intervenire sull’inquinamento acustico in casa, quali sono gli incentivi disponibili e quali invece i parametri di misurazione.

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Inquinamento acustico in casa: detrazione al 50% per rimediare

L’inquinamento acustico è un problema con cui ci troviamo a dover convivere ogni giorno, anche all’interno della nostra casa. Le cause sono dovute a diversi fattori, tutti riconducibili all’uomo, come il traffico stradale, ferroviario o aereo, le attività edili e industriali o, più banalmente, anche la musica a tutto volume.

Le conseguenze tuttavia non vanno a ripercuotersi solo sulla salute dell’uomo, ma anche e soprattutto sugli animali, che, a causa dei forti rumori trovano maggiore difficoltà nel comunicare e orientarsi. Pensiamo, ad esempio, ai visibili effetti dannosi che spari e fuochi d’artificio provocano a tutta la fauna circostante.

Non è possibile attualmente eliminare del tutto questo problema, ma si può intervenire con diversi lavori al fine di ridurre notevolmente i livelli di inquinamento acustico, almeno all’interno della propria casa.

I costi che si conseguono per questi lavori possono essere inoltre agevolati grazie al Bonus Ristrutturazione. L’incentivo ammette una detrazione Irpef in misura pari al 50% delle spese sostenute, con un massimale di 96.000 euro per ogni unità immobiliare abitativa in cui si interviene.

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Bonus Ristrutturazione per ridurre rumori: singole unità e criteri

Il Bonus Ristrutturazione comprende infatti una lunga serie di interventi, anche appartenenti a categorie completamente diverse, che devono intendersi separate l’una dall’altra.

Normalmente, infatti, l’agevolazione in genere ammetta i lavori di manutenzione ordinaria nelle singole unità immobiliari solo se questi risultano necessari a completare lavori di entità maggiore, il ragionamento è differente per le altre categorie di interventi.

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I lavori finalizzati al contenimento dell’inquinamento acustico, ad esempio, possono essere realizzati su edifici condominiali e singole unità anche nel caso in cui dovessero rientrare, generalmente, nella manutenzione ordinaria, e anche senza conseguire lavori più pesanti.

In quest’ottica, è possibile intervenire, ad esempio, anche con la semplice sostituzione dei vetri degli infissi con altri più spessi ed efficienti.

Gli interventi mirati a ridurre l’inquinamento acustico in casa possono comprendere difatti sia lavori edilizi propriamente detti, intervenendo sulla struttura, oppure anche semplici lavori di sostituzione o riparazione.

C’è da sottolineare tuttavia che:

  • Se i lavori non comprendono opere edilizie, il produttore degli elementi sostituiti dovrà predisporre una scheda tecnica che attesti l’abbattimento delle fonti sonore interne o esterne all’abitazione;
  • Se i lavori interessano una singola unità immobiliare, il costruttore dovrà predisporre una scheda prodotto che certifichi l’ottenimento dei parametri fissati dalla Legge di settore.
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Parametri inquinamento acustico e Piano di risanamento

La Legge di settore sull’inquinamento acustico è la Legge n. 447 del 26 ottobre 1995, che stabilisce i principi fondamentali in materia di tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo.

Si dispone qui innanzitutto la reale definizione di inquinamento acustico, ovvero:

[…] l’introduzione di rumore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell’ambiente abitativo o dell’ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi […].

I livelli di inquinamento acustico presenti in un’ambiente si misurano in base a differenti parametri, ovvero:

  1. I valori limite di emissione, ovvero i valori massimi di rumore che una sorgente sonora può emettere, misurati in prossimità della stessa sorgente.
  2. I valori limite di immissione, ovvero i valori massimi di rumore che l’ambiente abitativo o l’ambiente esterno possono “sopportare”, misurati in prossimità dei ricettori. Questi si distinguono in:
    • Valori limite assoluti, riferiti al livello equivalente di rumore ambientale;
    • Valori limite differenziali, riferiti alla differenza tra il livello equivalente di rumore ambientale ed il rumore residuo.

Se i livelli di immissione del rumore dovessero superare i limiti stabiliti, si parlerebbe di “valori di attenzione”, condizione che rende obbligatorio un intervento di risanamento che porti alla mitigazione acustica.

Gli interventi di risanamento andranno realizzati al fine di conseguire determinati “valori di qualità”, ovvero dei precisi parametri da stabilire prima dei lavori, che dovranno essere raggiunti nel breve, nel medio e nel lungo periodo.

Il piano di risanamento acustico dovrà inoltre contenere:

  • L’individuazione della tipologia ed entità dei rumori (emessi da sorgenti fisse o mobili) presenti nelle zone da risanare;
  • L’individuazione dei soggetti ai quali è affidato l’intervento;
  • L’indicazione delle priorità, delle modalità e dei tempi necessari per la realizzazione del risanamento;
  • La stima delle spese e dei mezzi necessari;
  • Le eventuali misure cautelari urgenti per garantire la tutela dell’ambiente e della salute pubblica.

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