Scegliere il condizionatore per casa, che si tratti di prima installazione o di una sostituzione, è una scelta tutt’altro che semplice.
Il Superbonus e gli incentivi statali vengono incontro a tutti sull’ammontare della spesa ma la selezione delle specifiche tecniche resta un compito personale.
Le opzioni sono tantissime e tra i vari modelli in commercio si rischia di perdersi: i condizionatori possono essere mobili o fissi, mono e multisplit, inverter, con unità esterna oppure senza, controllabili da remoto (quindi da smartphone per accenderli anche se si è fuori casa) o dotati solo di classico telecomando.
Le caratteristiche sono decine e non sempre di facile comprensione. Ma la prima domanda è: quanto potente dev’essere il condizionatore giusto? Ecco allora una guida pratica all’acquisto, per non rischiare di comprare l’apparecchio sbagliato.
Sommario
Parola d’ordine: risparmiare. Non è solo questione di soldi ma di ambiente. Del resto, il senso degli incentivi statali segue la logica della riduzione di inquinamento il che, in realtà, fa bene anche al portafoglio.
Le soluzioni sul mercato sono innumerevoli, tutte all’insegna della più avanzata tecnologia ed efficienza energetica: tradotto, massime prestazioni ai minimi costi. Ma come orientarsi?
Advertisement - PubblicitàLa prima cosa da sapere sembra banale ma non lo è: i condizionatori funzionano sia per abbassare sia per alzare la temperatura in casa. Quindi, raffreddano in estate e riscaldano in inverno.
La scelta dell’apparecchio più idoneo alle proprie esigenze comincia con un calcolo matematico sui metri quadri da servire: maggiori sono le dimensioni delle stanze o dell’appartamento, maggiore dovrà essere anche la potenza del motore.
Per eseguire il calcolo dei metri quadri visita l’articolo “Metri quadrati di una stanza: ecco come calcolarli“;
Advertisement - PubblicitàLe formule sono le più disparate. Una delle più utilizzate consiste nel moltiplicare il numero di metri quadri per 340. Se, dunque, abbiamo un ambiente di 20 mq il nostro calcolo porterà a un risultato di 6800.
Questa è considerata la potenza ideale dell’apparecchio che ci serve espressa in BTU. Il coefficiente 340 indica i watt sufficienti a condizionare (riscaldare o raffreddare) una superficie di un metro quadro.
Chiarito che BTU è un’unità di misura per la potenza del motore, abbiamo collezionato il primo indizio utile: la potenza dell’apparecchio da acquistare.
Advertisement - PubblicitàChi sceglie oggi di installare i condizionatori in casa lo fa anche per una buone ragione economica. I bonus previsti dallo stato si traducono in sconti in fattura e, quindi, in un risparmio che – almeno in teoria – dovrebbe essere notevole.
Se questa, dunque, è la ragione motrice eliminiamo subito l’opzione dei condizionatori mobili (i cosiddetti pinguini) e orientiamoci agli apparecchi fissi.
L’installazione dei condizionatori, di norma, prevede il posizionamento del motore all’esterno. E qui iniziano i problemi.
Se la nostra casa non dispone di balconi, o se è un edificio storico, molto probabilmente un regolamento impedirà di deturpare la facciata con apparecchi di qualsiasi genere.
Siamo dunque condannati al caldo? Niente affatto.
Da qualche anno, infatti, sono sbarcati in commercio anche dispositivi privi di unità esterna. Purtroppo, se risolvono il problema estetico hanno, com’è facile intuire, problemi di prestazioni e anche di rumorosità. Però, se la scelta è obbligata, sempre meglio che nulla.
Se invece abbiamo spazio all’esterno o non ci sono vincoli sulla facciata, un sistema a motore è sempre la migliore scelta. È più potente e soprattutto più silenzioso. In definitiva, sarà anche più economico.
La domanda successiva, per chi non ha esperienza, sarà: climatizzatori monosplit o multisplit?
Gli esperti vi diranno: è una scelta personale. E sicuramente lo è, a patto che si conosca la differenza.
In linea di massima, la migliore regola da seguire è installare uno split per ogni stanza (a meno che le dimensioni dell’ambiente non siano particolarmente grandi). Adesso, è facile comprendere che se un motore deve alimentare più split la sua potenza dovrà essere maggiore.
Come si fa allora a decidere? Un buon sistema è individuare gli ambienti che si vivono di più o quelle che il sole rende più calde e poi decidere il numero di split da installare.
Advertisement - PubblicitàChi fino a questo momento non ha ancora installato i condizionatori in casa in realtà ha preferito il caldo torrido alle bollette salate. Tuttavia, la tecnologia ha fatto passi da gigante e anche i condizionatori si sono piegati alle logiche del risparmio (oltre che della salvaguardia dell’ambiente).
Risultato: i consumi sono ridotti all’osso e il terrore della bolletta è stato spazzato via.
La quarta rivoluzione industriale (ovvero l’avvento dell’era tecnologica) con la domotica che impazza hanno fatto il resto. I sistemi di controllo da remoto consentono di azionare o disattivare gli apparecchi dallo smartphone, dal tablet o anche dal computer dell’ufficio e di controllare se, per caso, li abbiamo lasciati accesi.
Insomma, pare proprio che non abbiamo più attenuanti: il caldo non solo si può ma quasi quasi si deve aggirare, almeno tra le 4 mura.
Advertisement - PubblicitàLi hanno chiamati on/off i vecchi modelli di condizionatori: in pratica, si spengono o si accendono e lavorano costantemente. Ormai da qualche anno gli on/off sono stati soppiantati dagli inverter.
E già si pensava di aver raggiunto un buon grado di intelligenza elettronica: i condizionatori inverter, infatti, rilevano la temperatura dell’ambiente e modulano il raffreddamento, spegnendosi quando raggiungono la temperatura desiderata. Quindi, niente più temperature polari ma nemmeno sprechi di energia. E consumi che riescono a rientrare in un range di costo decisamente più accettabile.
Naturalmente le case produttrici hanno pensato anche all’udito regalandoci apparecchi che, pur se in funzione, sono molto più silenziosi dei propri predecessori. L’esigenza di salvaguardare le emissioni di Co2 hanno fatto compiere alla tecnologia un ulteriore passo in avanti.
E così sono arrivati i condizionatori di ultimissima generazione, che si accendono e si spengono da remoto, si programmano e garantiscono massima resa alla minima spesa. Lo fanno connettendosi essenzialmente alla rete wi-fi di casa, che consente ai proprietari di collegarsi on line e predisporre tutto per trovare un livello massimo di comfort al ritorno a casa.
L’impatto ambientale è diventato un imperativo e macchine che non abbiano un grado di efficienza almeno A++ sono per così dire out. Decisamente fuori moda e anche fuori bonus.
Alle funzioni, poi, si è aggiunta la deumidificazione, che fino a qualche tempo fa richiedeva un apparecchio a parte, il che ha consentito un ulteriore risparmio sia sugli acquisti sia sui consumi.
Poiché, però, anche l’occhio vuole la sua parte l’occhio vuole i condizionatori si sono fatti anche più belli e sono arrivati i modelli nascosti dietro specchi o dentro quadri che, oltre a svolgere al meglio il proprio compito, fungono anche da elemento di arredo.
Per finire, pur di vendere sono tanti i commercianti che si portano via le vecchie carcasse e questo è un altro indubbio vantaggio economico, in termini di soldi e soprattutto di tempo.
Advertisement - PubblicitàIl Bonus Condizionatori ha fatto la sua comparsa in Italia nel 2019 e accompagnerà anche tutto il 2022, per effetto della nuova legge di bilancio.
Le agevolazioni fiscali sono per tutti: ricchi e poveri, single e famiglie con sei figli. E non conoscono limiti di ISEE. Fino a qualche anno fa, la spesa poteva essere detratta (fino al 65%, nel caso dei condizionatori) in sede di compilazione della Dichiarazione dei Redditi.
Quindi, il cittadino pagava e poi l’Agenzia delle Entrate restituiva i soldi. Ma poi, nel 2020, è arrivato il Decreto Legge 34 che ha presentato agli italiani il credito d’imposta.
In pratica: il commerciante sconta subito al cliente il 65% sul prezzo dei condizionatori e il cliente gli cede il proprio credito che potrà essere riscosso nel giro di un anno. Risultato, le vendite sono esplose.
La misura è prevista nell’Ecobonus e nel Bonus Casa e spetta a tutti i cittadini che installino condizionatori di nuovissima generazione in una più ampia operazione di ristrutturazione edilizia o come operazione one shot.
Nell’ambito dell’Ecobonus, se la spesa dei condizionatori, dunque, rientra in un piano di ristrutturazione dell’abitazione, il credito d’imposta è pari al 50% sul prezzo, fino a un massimo di 96.000 euro. In questo caso, non sarà necessario l’acquisto di apparecchi super performanti, purché siano nuovi e migliorino il livello di efficienza attuale.
È possibile, inoltre, proprio perché si tratta di ristrutturazione edilizia, chiedere l’applicazione di un’aliquota IVA pari al 10% anziché al 22%. Senza ristrutturazione edilizia, il credito d’imposta sale al 65% con un tetto di spesa, però, nettamente inferiore (massimo 46.154 €).
Per approfondire l’argomento leggi anche “IVA agevolata in edilizia al 4% e al 10%, la guida completa”
Il bonus climatizzatori risparmio energetico è la seconda misura prevista applicabile all’installazione di condizionatori. Le detrazioni, in questo caso, ammontano al 65% ma è necessario acquistare apparecchi ad alta efficienza energetica che sostituiscano l’impianto preesistente. L
‘agevolazione fiscale, in questo caso, non riguarda solo le unità abitative ma anche uffici e negozi (detrazioni IRPEF o IRES).
E c’è infine il Bonus Casa: in questo caso, lo sconto è del 50%, e l’installazione deve rientrare in un progetto di ristrutturazione edilizia straordinaria che includa l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Questa misura fa parte, in particolare, nel Bonus Mobili e vale sia per le abitazioni sia per i condomini.
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