La fine dell’estate, oltre a coincidere con il ritorno alla routine lavorativa e scolastica, è anche il momento in cui bisogna pensare a come affrontare i mesi autunnali e invernali dal punto di vista del contenimento delle emissioni e dei costi.
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La fine dell’estate, oltre a coincidere con il ritorno alla routine lavorativa e scolastica, è anche il momento in cui bisogna pensare a come affrontare i mesi autunnali e invernali dal punto di vista del contenimento delle emissioni e dei costi.
La voce che incide maggiormente in questi due ambiti è quella inerente il riscaldamento, ulteriormente accentuata al giorno d’oggi dal problema del caro-energia.
Per risparmiare, bisogna innanzitutto evitare di sprecare calore. A questo proposito, si possono effettuare interventi strutturali importanti sull’edificio oppure mettere in atto dei piccoli accorgimenti in grado comunque di contribuire alla riduzione della dispersione di calore.
Advertisement - PubblicitàCon l’espressione indice di dispersione termica si intende la facilità con cui il calore interno riesce a fuoriuscire dall’abitazione, attraversando le pareti.
Le principali cause della dispersione di calore sono legate allo stato degli infissi e della coibentazione del tetto, nonché alla presenza o meno del cappotto sulle pareti perimetrali dell’edificio.
Le aree della casa che sono maggiormente interessate dalla dispersione termica sono: pareti e facciate (60%), tetto e soffitto (25%), infissi (10%), porte (5%).
La dispersione termica accettabile, e quindi significa che la casa è ben coibentata, è quella che corrisponde alla perdita di calore nella misura di 1 grado; invece, se il calore fuoriuscito dall’edificio corrisponde a un abbassamento della temperatura tra i 3 e i 5 gradi, vuol dire, rispettivamente, che l’edificio non è del tutto coibentato (perdita di 3 gradi) oppure che non lo è affatto (fuoriuscita di calore per 5 gradi).
Questa verifica la possiamo effettuare nel seguente modo: alla sera portiamo la temperatura della casa a 20 gradi; dopo cena, abbassiamo la temperatura del termostato e verifichiamo quanti gradi segna il mattino seguente. Il risultato accettabile è pari a 1 o al massimo 2 gradi in meno.
Altrimenti, significa che l’edificio lascia fuoriuscire molto calore.
Un’altra verifica che possiamo fare senza interpellare un tecnico specializzato, consiste nel valutare al tatto la temperature e l’umidità di pavimenti, pareti interne e del soffitto. Infatti, se toccandoli, li riscontriamo freddi o umidi, significa che la casa necessita certamente di un intervento perchè non trattiene sufficientemente il calore.
In aggiunta a questo, bisogna prestare molta attenzione al fattore umidità, in quanto se il problema è di grande entità, potremmo vedere apparire sulle pareti e sul soffitto macchie di muffa.
Oltre al danno dal punto di vista estetico, in primis questo sarebbe nocivo per la nostra salute: respirare le spore della muffa presenti nell’aria può causare reazioni allergiche e infiammazioni alle vie respiratorie, come rinite, tosse, dermatiti, mal di testa, raffreddore congiuntivite.
Leggi anche “Umidità in casa: cause e soluzioni“;
Appurato che la nostra abitazione necessita di un intervento per mettere uno stop alla dispersione di calore, vediamo quale scegliere in base allo stato attuale dell’edificio e all’indice di dispersione che è stato rilevato.
Advertisement - PubblicitàSe l’indice di dispersione è pari a 1 o al massimo 2 gradi, la nostra abitazione è coibentata bene. Però, possiamo comunque mettere in atto dei piccoli accorgimenti per cercare di non perdere neanche questo grado di calore.
Ad esempio, possiamo posizionare degli spessori in tessuto o gommapiuma alla base delle porte, per limitare il passaggio d’aria nello spazio tra la porta e il pavimento, in particolare per quanto riguarda la porta d’ingresso che fa entrare l’aria fredda che si trova all’esterno.
Un altro consiglio pratico efficace è quello di far areare i locali, perché questo è molto importante per la salute e va sempre fatto, anche se la temperatura esterna è molto rigida, però facciamolo mantenendo le finestre aperte solo per pochi minuti, non per mezz’ora o un’ora, altrimenti la stanza si raffredderà parecchio.
Ripetiamo l’operazione di apertura delle finestre più volte nell’arco della giornata ma per un lasso di tempo limitato a 4-5 minuti.
Se possibile, infine, cambiamo aria alla casa nelle ore più calde della giornata.
Allo stesso modo, è di aiuto tenere le tapparelle alzate o le persiane aperte, nonché le tende tirate, in modo da far entrare in casa il sole.
Anche i caloriferi giocano un ruolo importante in questo risparmio: è meglio non coprirli, perché ovviamente ciò imprigiona il calore; posizioniamo dei pannelli isolanti dietro ai termosifoni.
All’interno dei termosifoni si possono formare delle bolle di aria che ostacolano il corretto funzionamento del sistema riscaldante, il che significa che sarà meno efficace ossia produrrà meno calore. Per ovviare a questo inconveniente, è importante controllare almeno una volta all’anno i nostri caloriferi in questo modo: va fatta ruotare la valvola per lasciare fuoriuscire l’aria accumulatasi all’interno.
Possiamo isolare i pavimenti, soprattutto quelli in ceramica e marmo che sono molto freddi rispetto al parquet, posizionando a terra dei tappeti. Questi ultimi, infatti, isolano il pavimento e trattengono il calore.
Invece, se sentiamo freddo anche se la temperatura registrata dal nostro termostato è elevata, significa che siamo in presenza di umidità nell’aria domestica.
A supporto dell’impianto di riscaldamento, nonché risparmio di calore e denaro, è utile dotarsi di un deumidificatore. Infatti, questo strumento è in grado di asciugare l’aria dell’ambiente eliminando l’umidità e, di conseguenza, si percepirà maggiore calore.
Questi consigli sono semplici da mettere in atto ma sono sufficienti quando l’edificio risulta essere ben coibentato. Al contrario, se presenta carenze rilevanti sotto questo profilo, occorre eseguire degli interventi strutturali: installare il cappotto termico alle pareti esterne, coibentare il tetto, sostituire gli infissi.
Il cappotto termico è il rivestimento che si applica alle pareti esterne di un edificio e consiste nell’applicazione di una serie di pannelli che isolano l’edificio dall’esterno. In questo modo, la casa risulterà schermata, cioè protetta sia dal freddo che dal caldo.
Questo intervento strutturale è estremamente efficace, infatti si guadagnano subito 3 gradi in più di calore in inverno. L’efficienza energetica aumenta del 25%. Le spese sostenute per realizzarlo, inoltre, si ammortizzano nell’arco di 3 – 4 anni, oltretutto si può usufruire delle agevolazioni fiscali previste dal Governo.
Questo vale anche per interventi su tetto e infissi.
Isolare termicamente il tetto significa attrezzarlo in modo tale che l’abitazione non disperda calore verso l’esterno in inverno e non si surriscaldi in estate. Questo implica anche un notevole risparmio di energia impiegata che si traduce alla fine in una bolletta più bassa da pagare.
Per coibentare il tetto vengono utilizzati pannelli in poliuretano espanso, in fibra di legno oppure sughero, lana di roccia, lana di vetro e fibra di cellulosa.
La sostituzione degli infissi esistenti con altri più performanti è un ulteriore aiuto a limitare la dispersione di calore. I migliori sono quelli con vetro basso emissivo (detto anche vetro termico o vetro isolante). Infatti, è caratterizzato dalla presenza di una pellicola di ossidi di metallo che ostacola efficacemente la dispersione termica, consentendo l’ingresso del calore dei raggi del sole ma impedendo la fuoriuscita del calore generato dal nostro impianto di riscaldamento.
Leggi anche “Bonus infissi e finestre 2022: Come funziona? importi e requisiti“;
Advertisement - PubblicitàLa legge di bilancio 2022 ha prorogato gli incentivi per la casa che sono rimasti i seguenti: detrazione fiscale nella misura del 50% per le ristrutturazioni edilizie e sul risparmio energetico, detrazione Irpef 50% per il bonus mobili e grandi elettrodomestici, detrazione Irpef del 65% ovvero Ecobonus per interventi volti al miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici.
Rimane confermato anche il Superbonus 110% per alcuni interventi specifici che portano ad aumentare l’efficientamento energetico degli edifici e tra questi rientrano il cappotto termico esterno, la sostituzione del vecchio impianto di climatizzazione e l’installazione di nuovi infissi più performanti.
I limiti di tetto di spesa stabiliti per queste opere sono i seguenti:
Per il vecchio Ecobonus la detrazione era del 65% e con un limite di spesa di 92.307,00 euro e detrazione a 60.000 euro; il nuovo Ecobonus ha un limite di spesa di 50.000 euro per gli edifici unifamiliari, 40.000 euro per le unità immobiliari che compongono un edificio, se quest’ultimo è composto da 2 a 8 unità immobiliari; 30.000 euro per ciascuna unità immobiliare nell’ambito di un edificio composto da più di 8 unità.
Per le finestre comprensive di infissi e per le schermature solari, si passa da un limite di spesa di 120.000 euro previsto dal vecchio Ecobonus al 50%, al limite di 54.545,45 euro del Super Ecobonus.
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Con il Superbonus 110% la detrazione spettante è pari a 60.000 euro ma va ripartita in 5 rate annuali anziché 10.
Per poter usufruire di queste agevolazioni fiscali in sede di dichiarazione dei redditi, dobbiamo essere in possesso della seguente documentazione: la dichiarazione di fine lavori, la ricevuta dove è presente il codice identificativo della domanda, l’APE, i preventivi di spesa, la scheda descrittiva dei lavori eseguiti, le fatture fe i rispettivi bonifici per le spese sostenute, foto e documenti che dimostrino la chiusura del cantiere per fine lavori.
In conclusione, possiamo sintetizzare i punti salienti di questo argomento come segue:
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