Purtroppo negli immobili presenti sul territorio nazionale e realizzati prima del 1992 non è raro imbattersi in una parte costruita con l’utilizzo di amianto, ossia un materiale estremamente pericoloso per la salute dell’uomo.
Fortunatamente è possibile ovviare a questo problema procedendo con una operazione di bonifica che, peraltro, può essere supportata economicamente grazie ai vari bonus previsti dallo Stato.
In particolare i cittadini possono richiedere ottenere il Bonus Fotovoltaico statale oppure altri incentivi che permettono di risparmiare fino al 80% sulle spese sostenute per la bonifica dell’amianto.
Sommario
Un classico problema delle case costruite prima dell’anno 1992 è relativo alla presenza dell’amianto sul tetto. Infatti, in quell’anno è stata emanata una legge, la n. 257 del 27 marzo 1992, che ha vietato l’uso di eternit non solo nel campo dell’edilizia ma anche per qualsiasi altra applicazione.
Per ovviare a questo forte rischio per la salute (è stato dimostrato che l’amianto è cancerogeno) è necessario procedere con l’eliminazione e lo smaltimento. Questo genere di intervento di bonifica fino a qualche anno fa richiedeva un investimento piuttosto importante da parte del proprietario.
Tuttavia, oggi è possibile accedere ad una serie di bonus che permettono di gestire il tutto secondo le normative vigenti e di risparmiare in maniera consistente.
Nello specifico, è possibile accedere al bonus fotovoltaico che permette di ottenere una detrazione fiscale pari al 80% della spesa effettuata a patto di installare un impianto come quello fotovoltaico che consente di sfruttare l’energia pulita solare per aver quella elettrica.
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Naturalmente ci sono dei paletti e dei vincoli per poter fruire di questa opportunità che sono stati chiariti dall’Agenzia delle Entrate attraverso circolari e note.
Nello specifico, è necessario che i lavori siano effettuati tra il 7 novembre del 2021 ed entro il 31 dicembre del 2024. Inoltre, sono ammessi alla detrazione anche i lavori ancora in corso, iniziati dall’1 febbraio 2020, a patto che il titolare dell’abitazione abbia sostenuto la spesa a partire dal 7 novembre 2021 e quindi non ci siano stati dei pagamenti precedenti a questa data.
Altro aspetto fondamentale della normativa del bonus fotovoltaico prevede che per ottenere l’incentivo bisogna tassativamente sostituire l’amianto con l’installazione di un impianto fotovoltaico che permetta di fruire di energia pulita per tutte le esigenze domestiche.
Ci saranno in tal senso di controlli per verificare che effettivamente l’impianto sia collegato all’utenza domestica. Nel caso in cui dovesse essere appurato il non rispetto di questa norma, c’è il rischio di perdere il credito d’imposta maturato.
Advertisement - PubblicitàL’agevolazione fiscale prevista dal bonus fotovoltaico è fruibile per l’eliminazione, trasporto su strada e smaltimento dell’amianto presente nel tetto e anche su depositi e garage, a patto di installare un impianto fotovoltaico dedicato alle esigenze residenziali.
Naturalmente per poter svolgere un’attività di bonifica ottimale è indispensabile rivolgersi ad un’azienda specializzata e autorizzata che provvederà inizialmente alla rimozione dell’eternit e quindi al corretto smaltimento presso i siti previsti. Da sottolineare che la normativa non pone paletti rispetto ad abitazioni che già presentano impianti fotovoltaici.
Advertisement - PubblicitàPer snellire le spese necessarie per lo smaltimento dell’amianto è possibile pensare anche a soluzioni alternative al bonus fotovoltaico qualora non ci fosse l’intenzione di installare un impianto di questa tipologia. Il contribuente può, infatti, prendere in considerazione sia l’Ecobonus e sia il Superbonus.
In entrambi i casi si parla di agevolazioni fiscali che sono previste per interventi destinati alla riqualificazione energetica di un immobile. Per poterne fruire è però indispensabile collegare l’intervento di bonifica ad altre tipologie di lavorazioni per migliorare per l’appunto l’efficienza energetica oppure per adeguare dal punto di vista sismico un edificio.
In qualsiasi caso l’agevolazione è possibile sfruttarla in sede di dichiarazione redditi con l’importo complessivo di detrazione che viene utilizzato in 10 anni con altrettante rate di uguale entità. La normativa prevede una spesa massima ammissibile pari a 60 mila euro per ogni unità abitativa.
In aggiunta, sono previste anche altre opportunità per accedere alle agevolazioni per la bonifica dell’amianto presente nel tetto, come la detrazione prevista dall’articolo 16-bis comma 1 lettera L. del TUIR. In pratica la detrazione di queste spese sono accessibili nel caso in cui si intervenga per il recupero del patrimonio edilizio e per la riqualificazione energetica.
In questo caso la detrazione è accessibile a prescindere dalla realizzazione di altri interventi di manutenzione straordinaria.
Lo sgravio fiscale è previsto sia per l’intervento di rimozione dell’eternit sia per il trasporto e lo smaltimento presso siti autorizzati. Naturalmente, per tutte le varie tipologie di bonus è necessario anche rispettare la procedura prevista dalla normativa con la necessità di dimostrare i pagamenti effettuati per questo genere di intervento attraverso bonifici cosiddetti parlanti.
In aggiunta, ci sono diverse leggi regionali e comunali che hanno come obiettivo quello di offrire ai cittadini un’ulteriore strumento di agevolazione per smaltire bonificare l’eternit nelle abitazioni private.
Per fare questo bisogna, innanzitutto, rivolgersi all’ufficio tecnico del comune territorialmente competente e poi eventualmente tenere sotto controllo l’Albo Pretorio per verificare eventuali novità in tal senso qualora non fossero già stati previsti dei bonus.
Sul territorio nazionale ci sono esempi virtuosi come nel caso del comune di Rimini che ha deciso di coprire fino al 50% delle spese sostenute dai propri cittadini per rimuovere, trasportare e bonificare l’amianto presente in casa.
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