Un cantiere è senza dubbio un luogo molto difficile da gestire. La struttura, i materiali utilizzati, le altezze, la mancanza dei sistemi di prevenzione. Sono tutti elementi estremamente pericolosi per i lavoratori edili, che si trovano quotidianamente a rischiare la propria incolumità.
Chi lavora in un cantiere edile però, in realtà non si espone a pericoli solamente visibili. Uno dei rischi maggiori che gli operai corrono infatti, è dovuto alle vibrazioni in cantiere, generate dagli attrezzi che utilizzano ogni giorno. Vediamo nello specifico perché queste vibrazioni posso danneggiare la sicurezza dei lavoratori.
Advertisement - PubblicitàLe vibrazioni prodotte dagli attrezzi, altro non sono che quelle oscillazioni meccaniche che un macchinario produce quando è in attività. Nel momento in cui un operaio utilizza tali apparecchiature, le vibrazioni che queste producono si trasmettono direttamente al corpo dell’uomo.
Sono chiamate “onde di pressione”, e si sviluppano quando la frequenza elevata con cui si muove l’attrezzo dispone di una piccola ampiezza per espandersi. In pratica, si tratta di un’energia molto elevata, che siccome deve concentrarsi su uno spazio piccolo, amplifica ancora di più la sua potenza. Questo tipo di energia, se viene a contatto con il corpo umano, potrebbe provocare delle serie complicazioni al normale funzionamento degli organi e delle strutture interne.
Ciò accade perché il lavoratore, quando utilizza tali macchinari, è sottoposto a pressioni e sollecitazioni continue. In quel momento, ogni parte del suo corpo sarà soggetto allo stesso trattamento, e non senza conseguenze.
Spesso, le vibrazioni in cantiere non sono viste come dei veri e propri pericoli per la vita degli operai, e vengono sottovalutate dai capi cantiere o responsabili. Semplicemente perché queste non producono dei danni visibili in maniera immediata. La realtà però è che generano disagi e disturbi importanti a lungo termine.
All’interno del TUSL (Testo Unico Sicurezza Lavoro) infatti, le vibrazioni in cantiere si definiscono come vero e proprio “agente fisico di rischio”, che certamente non va sottovalutato.
Advertisement - PubblicitàI rischi che corrono gli operai possono essere differenti a seconda dell’attrezzo meccanico utilizzato, e quindi a seconda di qual è la fonte principale di queste vibrazioni. Le apparecchiature che creano maggiore pericolo, ovviamente, sono quelle che generano l’effetto vibrante più elevato. Ma è importante sapere che qualsiasi macchinario produca onde di pressione, se utilizzato per lungo periodo, è comunque molto rischioso.
È stato constatato infatti che il contatto prolungato con tali attrezzature sollecita il “sistema mano-braccio”, dando vita più avanti a disturbi circolatori, neurologici e articolari a danno degli arti superiori. Ma in realtà, come abbiamo già accennato, le vibrazioni non si concentrano in una sola parte del corpo, ma lo investono interamente.
Da qui possono nascere molti altri disturbi cognitivi e articolari, come ernie del disco, lombalgie, disturbi circolatori e digestivi. A rischiare maggiormente però è il rachide, ovvero la parte dorso-mediale della spina dorsale, che sorregge la testa e protegge il midollo spinale.
Per tutti questi motivi, quando un operaio deve utilizzare attrezzature che generano forti vibrazioni, è obbligatorio prendere delle precauzioni. Come stabilito dall’art. 17 e dall’art. 28 del Testo Unico Sicurezza Lavoro, il datore di lavoro ha il dovere (non delegabile) di valutare ogni entità di rischio possibile, stabilendo adeguate misure di prevenzione e sicurezza. Questo si estende anche alla migliore scelta delle attrezzature e delle eventuali sostanze e miscele da utilizzare in cantiere.
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