Si prospetta un ennesimo cambiamento all’orizzonte per quel che riguarda il meccanismo che disciplina l’operatività del Superbonus e degli altri bonus edilizi.
A partire dal prossimo anno, infatti, si renderà necessario il possesso della Certificazione SOA, ma solo per i lavori con relativo importo superiore ai 516 mila Euro.
L’introduzione della suddetta novità è divenuta ufficiale in seguito all’approvazione del relativo emendamento nella notte dell’8 Maggio presso le Commissioni Finanze e Industria al Senato.
Sembra inoltre già aver sollevato un dibattito destinato a durare a lungo considerando che molte realtà del settore la considerano una misura eccessivamente iniqua per diverse imprese, mentre per altre è un’occasione imperdibile per incrementare la tutela della legalità.
Ma cerchiamo ora di fare chiarezza sull’argomento e di fornire un quadro generale della situazione il più esaustivo e comprensibile possibile.
Sommario
Il possesso della Certificazione SOA diviene obbligatoria dal 1°Gennario 2023 per tutte quelle aziende e imprese intenzionate a eseguire lavori di riqualificazione su immobili e unità abitative, purché gli importi risultino superiori ai 516 mila Euro.
Questo è quanto stabilito da un emendamento al Decreto Ucraina Bis, liberamente consultabile sulla Gazzetta Ufficiale, approvato nella notte dell’8 Maggio nelle Commissioni Finanze e Industria al Senato.
Sinora la Certificazione SOA era necessaria solamente per quelle aziende intenzionate a partecipare ad appalti pubblici, tuttavia tale estensione farà sì che la sua obbligatorietà venga applicata anche per l’accesso al settore dei lavori privati.
Si tratta di una novità approvata ufficialmente nella notte del 10 Maggio durante il relativo voto nell’Aula di Palazzo Madama, successivamente si passerà alla Camera la quale dovrà attribuirne l’efficacia esecutiva entro il termine ultimo del 20 Maggio.
Da un punto di vista tecnico tale novità si iscrive in un nuovo articolo, più precisamente il 10-bis, il quale è riportato testualmente come: “Qualificazione delle imprese al fine di accedere ai benefici di cui agli articoli 119 e 121 del decreto legge 19 maggio 2020, n.34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 Luglio 202, n.77“.
Il testo integrale dei suddetti articoli è liberamente consultabile.
Advertisement - PubblicitàI senatori di Italia Viva, Mauro Maria Marino e Davide Faraone, hanno per primi presentato l’emendamento tramite il quale viene introdotto un meccanismo di qualificazione delle aziende per lavori superiori ai 516 mila Euro e che, come detto, è stato recentemente approvato presso le Commissioni Finanze e Industrie, tuttavia l’aspetto delle tempistiche operative necessita un approfondimento operativo.
Consultando le varie fonti informative che stanno trattando l’argomento di cui in oggetto, infatti, si può notare come ci siano delle discrepanze tra chi indica il 1° Gennaio 2023 come il termine effettivo di entrata in vigore dell’obbligo di Certificazione SOA e chi invece indica il 1° Luglio 2023.
Cerchiamo quindi di fare chiarezza.
I cicli operativi di attuazione della misura si dividono in due fasi: una che ha luogo a partire dal 1° Gennaio 2023, l’altra a partire dal 1°Luglio 2023.
Vediamolo singolarmente.
Dal 1° Gennaio 2023 al 30 Giugno 2023 tutte le aziende e le imprese contattate per eseguire dei lavori in appalto o in subappalto e che vogliano usufruire del Superbonus o degli altri bonus edilizi dovranno:
Dal 1°Luglio 2023, tutti i lavori agevolati dal Superbonus o dagli altri bonus edilizi potranno essere eseguiti esclusivamente da aziende o imprese in possesso dei prerequisiti esposti pocanzi, quindi di Certificazione SOA.
Si comprende bene, quindi, come le due fasi operative siano da intendersi l’una come propedeutica all’altra e la prima finestra temporale indicata può essere per l’appunto sfruttata per poter ottenere tutti i requisiti necessari.
Fino al 30 Giugno 2023, infatti, appalti e subappalti potranno essere fruiti anche da quelle imprese o aziende la cui richiesta di ottenimento di Certificazione SOA risulti in corso d’essere. A partire dal 1°Luglio, invece, sarà considerato valido solo il possesso effettivo della suddetta qualifica.
Importante infine ricordare come tali norme saranno rese effettive esclusivamente per i lavori avviati a partire dal 1°Gennaio 2023.
Advertisement - PubblicitàPer quanto concerne i bonus edilizi attualmente in vigore, l’obbligo di possesso di Certificazione SOA andrà a impattare su tutte quelle imprese o aziende con lavori in corso nell’ultimo anno del Sismabonus, Bonus Ristrutturazioni ed Ecobonus, i quali ricordiamo scadranno il 31 Dicembre 2024.
Relativamente al Superbonus, invece, le imprese impattate dal nuovo emendamento saranno quelle contattate per effettuare interventi su edifici con un unico proprietario sino a quattro unità immobiliari, condomini, edifici posti in prossimità di crateri sismici, edifici ex Iapc o dalle finalità analoghe.
Discorso differente per gli altri beneficiari, tra cui comunità energetiche rinnovabili, unità unifamiliari, ASD, etc, che non subiranno cambiamenti significativi dal momento che il superbonus andrà a scadere poco prima dell’introduzione effettiva dell’obbligo di Certificazione SOA.
Per completezza di informazione ricordiamo anche come il bonus facciate sarà esente dall’obbligatorietà della suddetta attestazione, poiché, a meno di proroghe dell’ultima ora, andrà a scadere il 31 Dicembre 2022.
Advertisement - PubblicitàChi si aspettava che tali novità venissero accolte in maniera divisiva e contrastante non è rimasto certo deluso, anzi.
Proprio in questi giorni sta infuriando il dibattito con tanto di comunicazioni ufficiali da parte delle varie realtà del settore e a segnalarsi come attori, loro malgrado, protagonisti sono soprattutto l’Ance e l’Anaepa Confartigianato.
L’Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili, si è detta favorevole all’introduzione delle recenti novità rimarcando, tra le altre cose, come ormai da tempo la visione societaria fosse proprio quella di richiedere l’obbligo di certificazione per tutte quelle imprese o aziende chiamate per effettuare lavori finanzianti con i soldi pubblici.
In particolare la posizione dell’Ance è quella di ribadire come l’obbligatorietà del possesso della qualificazione sia uno strumento particolarmente trasversale e utile sia per evitare sul nascere eventuali frodi ai danni dello Stato preservando così la legalità del settore sia per offrire un’alternativa credibile e spendibile ai vincoli alla cessione del credito.
Posizione del tutto opposta è invece quella assunta dall’Anaepa Confartigianato la quale, tramite comunicato ufficiale, ha chiaramente parlato di “sbarramento burocratico al mercato delle riqualificazioni”.
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