Il DM 127/2024 introduce nuove regole per il riuso dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione, incentivando il recupero dei materiali e riducendo l’impatto ambientale del settore edilizio attraverso un sistema di monitoraggio.
Il 26 settembre 2024 entrerà in vigore il nuovo Regolamento sui rifiuti inerti da costruzione e demolizione, approvato con il D.M. 127 del 28 giugno 2024. Questo decreto, elaborato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, mira a regolamentare il riutilizzo dei rifiuti inerti di origine minerale, sia provenienti da lavori edili che da altre attività industriali.
Si tratta di un importante passo avanti verso una gestione più sostenibile dei materiali di scarto, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale del settore delle costruzioni e favorire il riciclo dei materiali.
Quali sono le principali novità di questo decreto e come influenzeranno il settore edile?
Sommario
Il cuore del D.M. 127/2024 riguarda la definizione precisa delle condizioni in cui i rifiuti inerti cessano di essere considerati tali. Questi rifiuti, che includono materiali provenienti da attività di costruzione e demolizione, ma anche rifiuti inerti di origine minerale, possono essere riciclati e riutilizzati una volta sottoposti a specifiche operazioni di recupero.
Il decreto stabilisce che, affinché i materiali trattati possano perdere la qualifica di rifiuto, devono essere trasformati in aggregati recuperati, riciclati o artificiali. Questi aggregati possono essere utilizzati in numerosi ambiti, come la costruzione di nuove infrastrutture o come materiale per sottofondi stradali, a condizione che rispettino i criteri di qualità definiti dal regolamento.
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Un altro aspetto cruciale è l’enfasi posta sulle demolizioni selettive, cioè processi di demolizione che permettono una separazione accurata dei vari materiali, massimizzando la quantità di rifiuti che possono essere riciclati. Questo non solo aumenta la qualità degli aggregati recuperati, ma riduce anche il rischio di contaminazione del materiale riutilizzabile, garantendo standard più elevati di sicurezza e affidabilità.
Il decreto consente dunque un duplice vantaggio: da un lato, promuove la sostenibilità ambientale, riducendo il volume di materiali che finiscono in discarica; dall’altro, favorisce l’economia circolare, incentivando il riutilizzo di risorse già esistenti.
Advertisement - PubblicitàIl DM 127/2024 attribuisce un ruolo di grande responsabilità ai produttori di aggregati recuperati, che diventano i principali garanti della qualità e della conformità del materiale trattato. Il produttore è infatti tenuto a implementare un sistema di gestione che dimostri il rispetto delle normative, inclusi il controllo della qualità e l’automonitoraggio dei processi di recupero.
Ogni lotto di aggregati recuperati deve essere accompagnato da una dichiarazione di conformità, che certifica che il materiale rispetta i criteri stabiliti nel decreto e può quindi essere utilizzato per specifici scopi.
Un altro obbligo imposto al produttore è quello di conservare campioni del materiale recuperato per almeno un anno, come previsto dalle norme UNI 10802. Questa pratica consente di garantire la tracciabilità e l’integrità del materiale, offrendo un’ulteriore garanzia sia ai clienti che agli organismi di controllo.
Inoltre, il produttore deve assicurarsi che tutti i processi siano documentati e accessibili per eventuali verifiche da parte delle autorità competenti, in modo da garantire la trasparenza e il rispetto delle normative ambientali.
Advertisement - PubblicitàUn aspetto innovativo del DM 127/2024 riguarda il monitoraggio continuo dei processi di recupero e la possibile revisione dei criteri entro un periodo di due anni dall’entrata in vigore del decreto. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica avrà il compito di raccogliere e analizzare i dati di monitoraggio relativi alle operazioni di recupero, tramite il Registro nazionale delle autorizzazioni al recupero (ReCER).
Questo sistema consentirà di valutare l’efficacia delle nuove normative e di identificare eventuali aree di miglioramento.
Se, al termine dei 24 mesi di monitoraggio, dovessero emergere criticità o inefficienze, il Ministero potrà procedere a una revisione dei criteri stabiliti per la cessazione della qualifica di rifiuto.
Advertisement - PubblicitàL’introduzione del DM 127/2024 rappresenta una svolta importante per il settore edilizio, specialmente in un’ottica di sostenibilità ambientale e riduzione dell’impatto delle costruzioni sul territorio. La possibilità di riutilizzare i rifiuti inerti come aggregati recuperati o riciclati riduce la necessità di estrarre nuove materie prime, con benefici sia economici che ambientali.
Le imprese edili, infatti, potranno ottenere materiali di qualità a costi più contenuti, contribuendo allo stesso tempo a ridurre l’inquinamento e lo spreco di risorse.
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Questo decreto semplifica inoltre le procedure amministrative rispetto alle normative precedenti, come il DM 152/2022, riducendo gli oneri economici e burocratici per gli operatori del settore. Con l’adozione di pratiche di demolizione selettiva e il riciclo di materiali, si promuove un modello di economia circolare che non solo tutela l’ambiente, ma offre anche nuove opportunità di business per le imprese.
Di fatto, chi sarà in grado di adottare queste nuove pratiche potrà trarne un vantaggio competitivo sul mercato, rispondendo alle crescenti richieste di sostenibilità da parte dei committenti e della società.
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