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Superbonus: Ance, nostra proposta è la soluzione

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Superbonus: la proposta dell’Ance

Difronte alla battuta d’arresto che ha avuto negli ultimi mesi il Superbonus, l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ha recentemente avanzato una proposta per tentare di sbloccare la situazione.

Nei seguenti paragrafi vogliamo fare chiarezza e fornire il quadro aggiornato della situazione.

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Superbonus: in che cosa consiste e perché l’ingranaggio si è fermato

Il Superbonus è l’agevolazione fiscale disciplinata dall’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 (chiamato decreto rilancio). Consiste in una detrazione fiscale nella misura del 110% delle spese sostenute a partire dal 01/07/2020 allo scopo di eseguire determinate opere edili finalizzate al miglioramento dell’efficientamento energetico degli edifici e al rafforzamento della loro staticità, nonché alla riduzione del rischio sismico.

Tra gli interventi che rientrano nell’agevolazione del Superbonus 110% ci sono anche l’installazione di impianti fotovoltaici e di impianti per la ricarica di veicoli ad alimentazione elettrica.

Il Decreto Aiuti Quater, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18/11/2022 al numero 270, ha prorogato l’applicazione di tale Superbonus ma apportando delle variazioni. Le principali sono le seguenti:

  • detrazione pari al 90% per le spese sostenute nel 2023 per i condomini;
  • possibilità, anche per il 2023, di accedere al beneficio del Superbonus per i proprietari di singole abitazioni, a condizione che si tratti della loro abitazione principale e che il loro reddito non superi i 15mila euro l’anno;
  • confermata detrazione nella misura del 110% fino al 31 marzo 2023 per le villette unifamiliari che abbiano completato il 30% dei lavori entro il 30/09/2022.

Approfondisci qui “Superbonus 90%: La guida per il 2023, cosa cambierà e per chi“;

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Perché si è interrotto l’idillio committenti-imprese edili-banche?

La circolare numero 33/E del 06/10/2022 dell’Agenzia delle Entrate ha fornito ulteriori informazioni e dettagli per quanto concerne la cessione del credito per i contribuenti che hanno richiesto i bonus edilizi. Inoltre, questo testo contiene le nuove direttive per identificare e contrastare i casi di dolo e per attribuirne le responsabilità, nonché le istruzioni per provvedere alla correzione di errori formali o per sanare ritardi nella presentazione della documentazione per avere accesso alla detrazione fiscale.

Dall’introduzione di tale Superbonus nel luglio del 2020 ad oggi, si sono rilevate diverse irregolarità. Purtroppo, non solo formali. Infatti, sono emersi parecchi casi di fatture gonfiate rispetto al reale valore dell’opera realizzata e dei materiali impiegati. Questi numeri non veritieri in fattura hanno dato origine a un flusso di pagamenti e, di conseguenza, hanno generato un volume in termini di credito d’imposta che non è coerente con la realtà degli interventi eseguiti negli edifici.

Tutto questo ha prodotto come prima conseguenza evidente lo stop da parte delle banche nell’acquistare tali crediti.

Anche per questo motivo, l’Agenzia delle Entrate ha ridotto la percentuale della detrazione Irpef (o Ires, se trattasi di un’impresa) dall’originario 110% al 70% e al 65%, rispettivamente in base alla data di esecuzione lavori e di effettuazione dei pagamenti delle relative fatture, se sono di competenza 2022, 2023, 2024 oppure 2025.

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La proposta di Ance

Come ha messo in evidenza l’Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili), questo inceppamento della macchina del Superbonus avrà certamente, almeno per il prossimo biennio, ripercussioni molto negative nel settore delle costruzioni con la conseguente diminuzione del prodotto interno lordo che ne deriva.

Anche i dati Censis dimostrano palesemente quali benefici ha portato il Superbonus a favore delle entrate dello Stato e anche per quanto riguarda l’aumento dei posti di lavoro.

La proposta recentemente avanzata da Federica Brancaccio, Presidente di Ance, per aiutare sia i privati cittadini sia le imprese che lavorano nel settore edile e nel relativo indotto, è la seguente:
utilizzare tali crediti nel modello F24 in compensazione dei versamenti Irpef
.

In questo modo, si sbloccherebbe la situazione anche per le banche le quali potrebbero scaricare i crediti maturati con opere edili utilizzandoli per pagare (attraverso la compensazione in F24) l’Irpef dei propri correntisti.

Sarebbe un intervento urgente di carattere straordinario che consentirebbe agli istituti di credito di ottenere la liquidità necessaria per riprendere gli acquisti dei crediti d’imposta.
Ance pone l’accento sul fatto che questa soluzione non è onerosa, infatti non necessita di ulteriori coperture, in quanto non cambia l’entità della spesa già accantonata nel Bilancio dello Stato per il Superbonus.

Anche il meccanismo di attuazione è semplice. Facciamo un esempio pratico: il contribuente e correntista Luigi Bianchi deve versare il secondo acconto Irpef al 30 Novembre per € 3.000,00.

Applicando la suddetta compensazione in F24, il Sig. Bianchi verserà allo stato solo una parte di tale cifra, ad esempio € 2.500,00. La restante parte, € 500,00, sarà indicata in F24 nella colonna importi a credito. Pertanto, l’istituto di credito di cui il Sig. Bianchi è correntista, riacquisterebbe subito la liquidità di questi 500 euro che potrebbe destinare a nuovi acquisti di crediti.
Solo così l’imponente macchina del Superbonus potrà ripartire e portare nuovamente grandi benefici.



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TAGS: ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili, Superbonus, superbonus 90%

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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