Alla fine di febbraio 2023, gli investimenti per i lavori di efficientamento energetico agevolati dal Superbonus hanno generato detrazioni a carico dello Stato pari a 75,3 miliardi di euro.
Alla fine di febbraio 2023, gli investimenti per i lavori di efficientamento energetico agevolati dal Superbonus hanno generato detrazioni a carico dello Stato pari a 75,3 miliardi di euro.
Tale cifra rappresenta un aumento rispetto ai mesi precedenti, in cui gli oneri erano rispettivamente di 71,7 miliardi di euro a fine gennaio e di 68,7 miliardi di euro a fine dicembre 2022.
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I dati provengono dal report mensile dell’Ente nazionale per l’energia (Enea) sull’utilizzo del superbonus, aggiornato al mese scorso. In base ai calcoli di Enea, gli investimenti finanziati dallo Stato con il superbonus sono suddivisi in 32,8 miliardi di euro per i condomini, 25,2 miliardi per gli edifici unifamiliari e infine sono 10,5 miliardi per le unità immobiliari indipendenti.
Il totale degli investimenti ammonta a circa 68,5 miliardi di euro, il cui 110% corrisponde alle detrazioni di 75,3 miliardi di euro.
Nel mese di febbraio, Enea ha registrato un aumento di 3,3 miliardi di euro degli investimenti superbonus rispetto a gennaio, in cui c’era stato un aumento di 3 miliardi di euro rispetto a dicembre.
Tuttavia, gli ultimi tre mesi hanno visto un rallentamento dell’andamento generale che il superbonus aveva mostrato dalla sua istituzione. A dicembre 2022, gli investimenti erano cresciuti di 4 miliardi di euro rispetto a novembre, a ottobre dello stesso anno di 3,8 miliardi di euro, mentre a settembre 2022 c’è stato un aumento di 8 miliardi di euro degli investimenti.
In totale, sono state presentate quasi 385.000 asseverazioni (erano 372.000 a fine gennaio), di cui circa 54.800 per condomìni (erano 51.200 un mese fa), 221.000 per gli edifici unifamiliari (erano 215.000 a fine gennaio) e quasi 109.000 per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti (erano 106.000 un mese fa).
L’investimento medio per ciascuna tipologia di edificio rimane costante: 598.000 euro per i condomini, 114.000 euro per gli edifici unifamiliari e 97.000 euro per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.
Dal 1° gennaio 2023, l’aliquota del superbonus è scesa dal 110% al 90% per i condomìni, gli edifici da 2 a 4 unità con unico proprietario e le prime case il cui proprietario abbia un “reddito di riferimento” non superiore a 15.000 euro, per poi calare ulteriormente al 70% fino al 31 dicembre 2024 e al 65% fino al 31 dicembre 2025. Tuttavia, coloro che hanno espletato i necessari passaggi burocratici entro le date previste (18 novembre 2022, 25 novembre 2022, 31 dicembre 2022) possono ancora fruire del superbonus con l’aliquota del 110%.
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Un’altra importante modifica alla normativa del superbonus è stata introdotta dal DL 11/2023: dal 17 febbraio scorso, per ogni nuova spesa per lavori agevolati – con superbonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, sismabonus, sismabonus acquisti, bonus barriere architettoniche, installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine per le auto elettriche – non è più consentito né lo sconto in fattura né la cessione del credito, ma la detrazione può essere recuperata, nella percentuale prevista dal bonus di riferimento, esclusivamente come dall’Irpef.
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Va sottolineato che la stretta al superbonus, considerata da molti eccessiva, è ancora in discussione nell’ambito della conversione in legge del DL 11/2023. Una delle ipotesi è quella di iscrivere i crediti sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate dal momento della presa in carico da parte della banca.
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