Nel caso in cui un contribuente che sta usufruendo del Bonus Ristrutturazioni dovesse venire a mancare prima di concludere le annualità di detrazione, cosa accade?
Nel caso in cui un contribuente che sta usufruendo del Bonus Ristrutturazioni dovesse venire a mancare prima di concludere le annualità di detrazione, le rate mancanti passano automaticamente al beneficio dell’erede o degli eredi.
Abbiamo già affrontato questo tema con l’articolo “Bonus Ristrutturazioni: cosa accade in caso di decesso?”.
Ad oggi andremo a trattare l’argomento più nello specifico e vedremo in che modo avviene realmente il passaggio delle quote residue della detrazione all’erede, con tutti i criteri e le scadenze da rispettare.
Approfondiamo di seguito.
Sommario
Il quesito riguardante l’utilizzo delle rate restanti del Bonus Ristrutturazioni è stato trattato di recente dalle Entrate sul portale FiscoOggi.
L’istante rappresenta di essere l’unico erede della sorella, deceduta ad ottobre 2020 dopo aver beneficiato per 3 anni consecutivi della detrazione concessa con il Bonus Ristrutturazioni per lavori edilizi eseguiti nel suo appartamento.
Egli dichiara che nell’ultima dichiarazione dei redditi fatta nel 2021 (per le spese 2020), il CAF non ha inserito la quarta rata di detrazione per il Bonus Ristrutturazioni.
L’istante afferma di essere consapevole che in caso di decesso le quote residue di detrazione passano automaticamente al beneficio dell’erede o degli eredi che acquisiscono la proprietà dell’abitazione che è stata oggetto di interventi edilizi.
Pertanto, chiede al Fisco se il meccanismo funzioni realmente in questo modo e dunque se lui come erede possa continuare a beneficiare delle 7 quote di detrazione restanti del Bonus Ristrutturazioni.
In caso di risposta affermativa, il contribuente vorrebbe sapere anche in che modo si può recuperare la quota relativa alle spese 2020 visto che afferma di aver già trasmesso il proprio 730 per l’anno di riferimento.
Advertisement - PubblicitàL’Agenzia delle Entrate fa presente innanzitutto quanto già confermato ad inizio articolo, ovvero che in caso di decesso di un contribuente che sta beneficiando del Bonus Ristrutturazioni, le quote che mancano vengono trasferite per intero all’erede che acquisisce la detenzione materiale e diretta dell’immobile.
In caso gli eredi fossero più di uno, questi beneficeranno delle quote residue dividendo la percentuale di detrazione spettante in parti uguali, o in base alla quota di proprietà acquisita.
Chiarito questo, viene fatto presente che non è necessario che l’erede abiti nell’appartamento oggetto di ristrutturazione o che trasferisca lì la sua residenza, per poter usufruire delle quote di detrazione restanti.
Il beneficio infatti verrà trasferito a favore di chi acquisirà il diritto di disporre dell’immobile e gestirlo. Tale condizione deve rimanere immutata per l’intero periodo per il quale si intende beneficiare della detrazione.
In questo caso dunque, l’istante che intende acquisire le rate di detrazione del Bonus Ristrutturazioni spettanti alla sorella deceduta, dovrà mantenere la gestione diretta e materiale dell’immobile per almeno altri 7 anni. La detrazione per l’incentivo infatti prevede una tempistica di 10 anni di rate.
In questi casi, spiega il Fisco, per sapere chi ha diritto a beneficiare effettivamente di una rata dell’incentivo per un preciso anno di riferimento, bisogna individuare chi deteneva il possesso dell’immobile alla data del 31 dicembre di quell’anno.
Nella situazione presentata la sorella dell’istante è deceduta ad ottobre 2020, per cui, alla data del 31 dicembre 2020 l’immobile era già in possesso dell’erede. È quindi lui che ha diritto a beneficiare della quota di Bonus Ristrutturazioni relativa alle spese sostenute nel 2020.
Dunque, avendo già trasmesso il 730 relativo alle spese del 2020, l’istante può recuperare la quarta rata di detrazione?
Advertisement - PubblicitàLa risposta è affermativa.
Nel caso presentato l’istante potrà recuperare la quarta quota di detrazione relativa al 2020 per il Bonus Ristrutturazioni. Di conseguenza, potrà anche beneficiare delle altre 6 rate per gli anni successivi.
Se, come nella situazione presentata, il contribuente ha già trasmesso il 730 relativo all’anno di riferimento, per recuperare la rata dovrà trasmettere una dichiarazione integrativa utilizzando il Modello Redditi 2021 PF, e barrando appunto la casella “dichiarazione integrativa” nel campo “Tipo di Dichiarazione”.
La dichiarazione dovrà essere trasmessa alle Entrate entro il termine di scadenza per la presentazione del Modello Redditi relativa all’anno successivo. In questo caso dunque, la dichiarazione integrativa al Modello 2021 relativo al periodo d’imposta 2020 potrà essere inviata dal contribuente entro i termini di scadenza previsti per il Modello 2022, ovvero:
In quest’ottica, il contribuente potrà utilizzare l’importo di credito spettante indicandolo come rimborso, oppure potrà portarlo in diminuzione in relazione all’anno successivo.
Nel caso in cui i termini di scadenza relativi all’anno successivo non venissero rispettati, il contribuente potrà comunque presentare una dichiarazione integrativa entro il 31 dicembre del 5° anno successivo a quello in cui ha presentato il 730. L’istante in questione quindi avrà tempo fino al 31 dicembre 2026.
Se si opta per questa modalità però il credito potrà essere utilizzato esclusivamente in compensazione di eventuali debiti, partendo dal periodo d’imposta successivo a quello in cui è stata presentata la suddetta dichiarazione integrativa.
Leggi anche: “Bonus Ristrutturazioni per immobile venduto: come si procede”
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