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Bonus Ristrutturazioni: la guida per il 2024, cosa cambia?

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Con la Legge di Bilancio, il Governo ha deciso di rinnovare l’opportunità per i cittadini di fruire di incentivi e sgravi fiscali per interventi eseguiti in ambito edile su immobili residenziali. In particolare, viene riproposto per il 2024 il Bonus Ristrutturazione.

Scopriamo quali sono le caratteristiche di questa misura e cosa è effettivamente cambiato rispetto al passato.

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Che cos’è il Bonus Ristrutturazioni 2024

Il Bonus Ristrutturazioni é uno strumento dedicato a chi decide di effettuare riqualificazione energetica e interventi di manutenzione straordinaria in generale. Viene messo a disposizione dei proprietari di immobili ubicati in complessi condominiali e di case indipendenti.

Non ci sono particolari vincoli di cui tener conto sia dal punto di vista catastale sia per caratteristiche strutturali.

Tecnicamente si tratta di una agevolazione fiscale di cui godere per interventi effettuati per il recupero del patrimonio edilizio. Viene disciplinata dall’articolo 16-bis del DPR numero 917 emanato nell’anno 1986, conosciuto semplicemente come Testo unico delle imposte sui redditi (TUIR).

Questo prevede uno sgravio Irpef del 50% delle spesse sostenute per ristrutturare casa entro un limite di 96.000 euro per ogni unità abitativa.  La detrazione va però diluita in 10 annualità di pari importo.

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A chi spetta il Bonus Ristrutturazioni 2024

Per stabilire a chi spetta il Bonus Ristrutturazioni 2024 occorre far riferimento a una duplice condizione. La prima riguarda la posizione fiscale in quanto l’agevolazione è prevista per i contribuenti che versano l’Irpef, e quindi anche pensionati e liberi professionisti. In aggiunta, deve esserci un titolo relativo all’immobile oggetto della ristrutturazione.

In particolare, può richiedere il beneficio chi è proprietario oppure nudo proprietario dell’abitazione.

La normativa prevede anche l’opportunità di ottenere lo sgravio per quanti dispongono di un diritto di reale godimento: usufrutto, essere in affitto e usarlo in comodato.

Leggi anche: Bonus Ristrutturazione in comodato d’uso: cosa accade a fine contratto?

La platea è stata ulteriormente ampliata perché il Bonus Ristrutturazione si rivolge anche ai soci di cooperative a proprietà divisa e indivisa. Ci sono anche altri potenziali beneficiari come i familiari conviventi fino al terzo grado e il convivente di fatto.

La legge stabilisce, infine, che ne può fruire il promissario acquirente e un coniuge separato assegnatario dell’immobile (approfondisci: Bonus Ristrutturazione: nessun obbligo di convivenza col proprietario).

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Per cosa può essere utilizzato?

Non ci sono particolari modifiche nel Bonus Ristrutturazione 2024 rispetto alle vecchie condizioni. Nello specifico, tale opportunità è ottenibile per tutti gli interventi effettuati entro il 31 dicembre 2024 con uno sgravio fiscale pari al 50% sulle spese sostenute per ristrutturare fino a un importo massimo di 96.000 euro per ogni unità immobiliare.

La detrazione può essere sfruttata in sede di dichiarazione dei redditi in 10 annualità di pari importo.

Da sottolineare che, a partire dal 17 febbraio 2023, con l’entrata in vigore della legge numero 11 dello stesso anno, il Governo ha stabilito che la modalità di fruizione del Bonus sia soltanto mediante detrazione fiscale. In pratica, non è più consentito pensare ad una cessione del credito d’imposta maturato a terzi, come le banche, oppure ad uno sconto in fattura da parte dell’impresa edile che esegue i lavori.

Approfondisci: Superbonus: decreto in Gazzetta, parte stop cessione crediti

La legge, però, non è retroattiva per cui si può ancora beneficiare dello sconto in fattura e cessione del credito a patto che la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) sia stata presentata prima del 17 febbraio 2023 presso l’ufficio tecnico comunale territorialmente competente.

In parole povere, queste due ulteriori opportunità sono ancora applicabili per tutti i lavori già iniziati o per i quali è stato stipulato un accordo vincolante con tanto di permessi già ottenuti presso il comune prima del 17 febbraio 2023.

Inoltre, ci sono una serie di deroghe legate a situazioni particolari come gli interventi su immobili danneggiati da eventi sismici avvenuti dopo il 1° aprile 2009 e per i quali è stato dichiarato lo stato di emergenza. Le deroghe sono previste anche per gli immobili danneggiati dagli eventi meteorologici che hanno colpito la regione Marche nel 2022 e per gli interventi realizzati dalle cooperative di abitazione a proprietà indivisa e dalle Onlus.

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Infine, le modalità di sconto in fattura e di cessione del credito d’imposta, sono ancora fruibili per tutti i lavori che consentono di eliminare le barriere architettoniche con il riconoscimento di una detrazione fiscale del 75%.

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Bonus Ristrutturazione 2024: come effettuare i pagamenti

Le modalità di fruizione del Bonus Ristrutturazione sono piuttosto semplici e possono essere gestite in autonomia e con il minimo supporto del proprio commercialista.

Il primo e più importante passaggio riguarda le modalità dei pagamenti. Vanno effettuati con metodi tracciabili. Nello specifico, occorre utilizzare i cosiddetti bonifici parlanti. Tutte le banche italiane mettono a disposizione dei clienti, tramite Home Banking e App per smartphone e tablet, la possibilità di eseguire il pagamento di un bonifico parlante per scopi fiscali (format già precaricato) nel quale va indicata la partita IVA dell’impresa edile che effettua i lavori e ovviamente la casuale che fa riferimento agli interventi di ristrutturazione previsti dal TUIR.

Approfondisci:Bonus Ristrutturazione: bonifico con causale errata comporta decadenza?

Nel caso di lavori condominiali, occorre riportare anche i dati dell’amministratore e dello stesso condominio.

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Successivamente, con l’aiuto di un commercialista, è possibile portare in detrazione, in 10 annualità di pari importo, il credito maturato. Se, ad esempio sono state effettuate spese di ristrutturazione per complessivi 40 mila euro, allora la detrazione totale è di 20 mila euro, per cui 2 mila euro per ogni anno fiscale.

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I lavori beneficiari della detrazione

Quando si parla di Bonus Ristrutturazione del 50% si fa riferimento essenzialmente a tre tipologie di lavori. Innanzitutto, si può beneficiare della detrazione in caso di manutenzione straordinaria. Inoltre, rientrano nella normativa anche gli interventi di restauro, risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia.

Non ci sono vincoli per quanto riguarda la situazione catastale dell’immobile per cui l’importante è che si tratti di unità residenziali di qualsiasi categoria, anche rurali. La detrazione è applicabile anche sulle relative pertinenze.

Per gli immobili presenti in un condominio ci sono delle ulteriori opportunità per sfruttare il bonus. In questo caso, lo sgravio è previsto anche per gli interventi di manutenzione ordinaria secondo quanto stabilito dalla lettera a) dell’articolo 3 del DPR 380/2001.

Abbiamo parlato delle categorie di lavori che permettono di ottenere il Bonus Ristrutturazione al 50%, ma quali sono realmente questi interventi?

Approfondisci: Bonus Ristrutturazione: tutti gli interventi possibili, Guida completa

Nello specifico, è previsto lo sgravio per lavori per la ricostruzione oppure per il ripristino di una casa danneggiata da eventi catastrofici come alluvioni e terremoti. Lo si può richiedere per la realizzazione di autorimesse e posti auto e per eliminare le barriere architettoniche con delle soluzioni mirate come l’installazione di ascensori e montacarichi.

Rientrano nella casistica la realizzazione e installazione di strutture che mettono in sicurezza gli spazi di proprietà come i cancelli automatici, grate, inferriate e porte blindate. Ne beneficiano, in aggiunta, anche gli impianti di videosorveglianza con fotocamere collegate a vigilanza privata e molto altro.

Insomma, tutti gli interventi che migliorano l’accessibilità degli spazi e la loro sicurezza.

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Che cosa si intende per manutenzione straordinaria?

È opportuno fare delle precisazioni sulla definizione di manutenzione straordinaria. Sono lavori utili per modificare, rinnovare e sostituire alcune parti degli edifici, anche dal punto di natura strutturale.

L’aspetto cruciale per essere considerati interventi di manutenzione straordinaria, è che non debbano in alcun modo comportare una variazione della volumetria complessiva dell’edificio oppure comportare un cambiamento per la destinazione d’uso dell’immobile.

Fanno parte di questa casistica anche interventi catastali necessari per il frazionamento oppure per l’accorpamento, per cui possono essere portati in detrazione con l’aliquota del 50%. Approfondisci:Frazionamento o accorpamento unità: possibile col Bonus Ristrutturazione.

Sono di manutenzione straordinaria anche i lavori per realizzare e migliorare i servizi igienici, di sostituzione di infissi esterni, il rifacimento delle scale e interventi che permettono di riqualificare dal punto di vista energetico l’edificio per migliorare le prestazioni e dare un importante contributo in tema di sostenibilità.

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Risanamento e restauro conservativo

Spesso si fa confusione, anche tra gli addetti ai lavori, sulla corretta definizione di restauro e risanamento conservativo. La normativa in vigore fa riferimento a opere per le quali è previsto il beneficio del bonus ristrutturazione 50% a patto che rispettino alcuni vincoli.

Approfondisci:Bonus Ristrutturazione: bonifico con causale errata comporta decadenza?

Si tratta di interventi che hanno come obiettivo la conservazione dell’immobile assicurandone la funzionalità.

È quindi necessario progettare e realizzare un intervento che permetta di conservare le forme e le caratteristiche strutturali dell’immobile, nonché la destinazione d’uso. Rientrano in questa casistica i lavori per eliminare e prevenire situazioni di degrado oppure per adeguare le altezze di alcuni elementi dell’immobile come i solai, a patto che le volumetrie non vengano modificate.

Sovente si crede che l’apertura di nuove finestre non sia permessa nell’ambito di lavori di risanamento e restauro conservativo. In realtà, è concessa quando c’è l’esigenza di migliorare l’areazione del locale e quindi si ha anche diritto allo sgravio del 50%.

Leggi anche: Bonus infissi e finestre: Come funziona? importi e requisiti

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Cosa cambierà dopo il 2024 nei condomini

Il Bonus Ristrutturazione 2024 dedicato ai condomini risulta ancora conveniente e funzionale se gli interventi sulle parti comuni vengono avviati entro il 31 dicembre 2024. In questo caso, infatti, si accede a una detrazione del 50% con un limite massimo di spesa di 96.000 per ogni unità immobiliare.

Invece, a partire dal primo gennaio 2025, l’aliquota viene abbassata al 36% e lo stesso si farà anche con il limite di spesa che diventa di 48.000 euro per ogni unità immobiliare. Da sottolineare che la quantificazione dell’aliquota da applicare viene stabilita anche in funzione della data in cui viene effettuato il bonifico dall’amministratore di condominio.

Approfondisci: Bonus Ristrutturazione: dal 2025 aliquota 36% e massimale a 48.000 euro



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TAGS: Bonus Ristrutturazione, bonus ristrutturazioni 2024, riatrutturazioni condominio, ristrutturazioni

Autore: Andrea Dicanto

Autore Andrea Dicanto
Appassionato Progettista esperto nel settore dell'Edilizia, delle Costruzioni e dell'Arredamento. Fin da giovane ho sempre studiato ed analizzato problematiche che vanno dalle questioni statiche di edifici e costruzioni fino al miglior modo di progettare ed arredare gli spazi interni, strizzando l'occhio alle nuove tecnologie soprattutto in ambito sismico.

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