Il Bonus Mobili è una detrazione IRPEF che viene concessa in misura pari al 50% delle spese sostenute dai contribuenti per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici.
L’agevolazione è stata introdotta per la prima volta dall’art. 16 del DL n. 63 del 4 giugno 2013, ed è stata successivamente rinnovata in riferimento agli anni seguenti. Da ultimo, con la Legge di Bilancio 2022, si è disposta la proroga dell’incentivo fino al 31 dicembre 2024.
Il Bonus Mobili è, tuttavia, un incentivo che può essere fruito esclusivamente se i mobili o gli elettrodomestici che si acquistano sono destinati ad arredare degli immobili che sono stati oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio, per i quali si ha diritto a beneficiare del Bonus Ristrutturazioni, del Sismabonus o del Superbonus.
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In quest’ottica, si fa presente, il Bonus Mobili è ammesso anche nel caso in cui l’acquisto dei mobili sia legato ad interventi per i quali si beneficia delle altre agevolazioni mediante le opzioni alternative della cessione del credito o dello sconto in fattura.
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Approfondiamo di seguito.
Advertisement - PubblicitàPer aver diritto al Bonus Mobili è dunque obbligatorio beneficiare anche di una delle agevolazioni dette, ovvero il Bonus Ristrutturazioni, il Superbonus, il Sismabonus o anche il Sismabonus Acquisti.
In particolare, per non perdere il diritto ad usufruire dell’incentivo per i mobili è fondamentale che – prima di procedere con il sostenimento di qualsiasi spesa legata all’acquisto – siano già stati avviati i lavori edili che danno diritto all’altro bonus.
Ricordiamo a questo proposito che non è obbligatorio sostenere spese legate agli interventi prima di sostenere quelle legate ai mobili ed elettrodomestici. L’agevolazione spetta infatti anche nel caso in cui il contribuente dovesse acquistare i mobili prima di iniziare effettivamente a pagare i lavori edili.
Questo per via del fatto che in tal caso non si prendono in considerazione le date dei pagamenti degli interventi, ma solo la data di avvio degli interventi.
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Se dunque i lavori sono stati avviati – anche non avendo ancora pagato niente – il contribuente potrà iniziare ad acquistare i mobili destinati ad arredare l’immobile in corso di ristrutturazione.
È bene sapere che non tutti gli interventi di ristrutturazione – ammissibili alle agevolazioni dette – danno diritto a procedere con l’acquisto agevolato di mobili e arredi. Per conoscere quali sono nello specifico le tipologie di intervento ammesse, leggi: “Bonus Ristrutturazione, Sismabonus, Superbonus: quali interventi”
Ricordiamo anche che i mobili e gli elettrodomestici che si acquistano potranno anche essere destinati ad arredare un ambiente differente da quello oggetto di ristrutturazione, purché comunque si tratti dello stesso immobile.
In sostanza, ad esempio, è possibile ristrutturare la camera da letto per poi acquistare elettrodomestici da installare in cucina. Allo stesso modo, si può pensare di procedere con la ristrutturazione del bagno per poi acquistare mobili da posizionare in stanze differenti.
In altre parole, è necessario che l’immobile ristrutturato sia lo stesso al quale saranno destinati i mobili e gli arredi. Non è fondamentale invece:
Per saperne di più, leggi: “Bonus Mobili: possibile arredare ambienti non ristrutturati”
Advertisement - PubblicitàCon l’ultimo rinnovo il Bonus Mobili non è stato interessato da grandi cambiamenti, se non per quanto riguarda i limiti di spesa concessi.
Attualmente l’agevolazione viene concessa nella misura del 50% su un massimo di spesa pari a:
L’unico massimale che è stato modificato è quello relativo alle spese del 2024. Prima si concedevano 8.000 euro come per il 2023, mentre ora il limite è stato ridotto a 5.000.
Leggi anche: “Bonus Mobili: massimale annuo deve includere spese già sostenute”
Il Bonus Mobili e Arredi può essere utilizzato esclusivamente in dichiarazione dei redditi, e la detrazione si fruisce in 10 quote di pari importo per 10 anni.
Non è possibile per quest’agevolazione scegliere di fruire del credito spettante mediante le opzioni alternative alla detrazione, ovvero la cessione del credito o lo sconto in fattura. La scelta infatti è dedicata esclusivamente agli incentivi in ambito edile di maggiore entità, vedi qui quali sono.
Attenzione però, perché invece sarà possibile usufruire dell’incentivo per acquistare i mobili nel caso in cui – per gli interventi di ristrutturazione per i quali si accede ad uno degli altri bonus – si scegliesse di optare invece per la cessione del credito o lo sconto in fattura.
Il punto è stato chiarito con la Circolare n. 30/E del 22 dicembre 2020 dall’Agenzia delle Entrate che, in risposta ad uno dei quesiti posti, ha espressamente precisato che:
“Il bonus mobili spetta anche nell’ipotesi in cui i contribuenti titolari delle detrazioni sopra citate optino, in luogo della fruizione diretta di tali detrazioni, dello sconto in fattura o della cessione del credito.”
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