La nuova legge di bilancio, con l’introduzione del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ha introdotto numerosi bonus dedicati tanto ai privati quanto ai professionisti.
Da un lato i bonus hanno portato sostegno economico alle imprese e ai cittadini in difficoltà in seguito all’emergenza Covid-19 e tutte le sue ripercussioni sull’economia, considerato che i suoi effetti continuano anche dopo quasi tre anni dall’inizio della pandemia; dall’altro lato sono stati stanziati una serie di bonus volti alla transizione ecologica degli immobili per aumentare il risparmio in bolletta sull’energia e migliorare le classi energetiche degli edifici.
Tra questi è presente il Bonus Facciate, iniziato nel 2020 e rinnovato per tutto il 2022, senza proroghe previste per il futuro, almeno al momento.
In questo articolo ci concentreremo su quest’ultimo bonus, dandone una definizione, dando informazioni dettagliate su come ottenerlo, quali lavori rientrano nel bonus, quanto costa e quali sono le modalità di rimborso da poter richiedere per ottenere subito la cifra investita.
Sommario
La normativa che stabilisce le modalità di richiesta e percezione del bonus è molto precisa e selettiva. Sulla Gazzetta ufficiale è possibile consultare il testo ufficiale della Legge di bilancio, che descrive tutti i bonus previsti per quest’anno.
Nel merito del Bonus Facciate, la formula di rimborso più richiesta consiste in una detrazione d’imposta ripartita in 10 quote annuali fino a coprire il 90% della spesa sostenuta, per i lavori iniziati negli anni 2020 e 2021, del 60% per i lavori sostenuti nel 2022 (in base all’ultimo aggiornamento settembre 2022).
Per fare un esempio, se ridipingiamo la facciata con una spesa di 5.000 € nel 2022, avendo scelto l’opzione di detrarre dalla dichiarazione dei redditi, possiamo richiedere la detrazione del 60%, ovvero 3.000€. Questa cifra ci verrà scalata dall’IRPEF in dieci rate da 300 € all’anno, per dieci anni.
Esistono altre modalità per ottenere il Bonus Facciate, e ne parleremo a breve.
Il bonus, così come delineato sulla Gazzetta è rivolto a coloro che vogliano sostenere interventi di ristrutturazione volti a riqualificare la facciata esterna degli edifici già esistenti ubicati in zone ben precise: la zona A e la B.
Il bonus può essere richiesto se l’edificio da restaurare è situato nelle zone denominate A e B.
In risposta a un interpello dell’8 gennaio 2021, volto a chiarire alcuni dubbi su quali edifici possano rientrare nella zona B, l’Agenzia delle Entrate ha sancito che il bonus è applicabile anche nelle zone equipollenti (di eguale valore ed efficacia) a quelle previste per il decreto.
Per tutte le zone vale la regola che l’immobile debba avere la facciata visibile su strada pubblica e che sia già esistente: il bonus non si applica alle case in costruzione.
Bisogna sottolineare che tutti gli interventi che rientrano nell’incentivo, devono essere di ristrutturazione vera e propria su edifici già esistenti. Non è possibile richiedere il bonus quando:
I lavori che rientrano nel bonus, così come sancito dall’Agenzia delle Entrate sono:
Per quest’ultimo punto si considera un valore tecnico chiamato ‘trasmittanza termica’, che indica quanto il calore riesce ad attraversare il materiale. Più il valore è basso, più il materiale è isolante, mentre più e alto, più sarà idoneo a ottenere il Bonus Facciate, poiché poco efficiente a livello energetico.
Advertisement - PubblicitàI vincoli per accedere al Bonus Facciate non sono molti, infatti non prevede tetti di spesa o limiti minimi, prestandosi ad essere utile per tutte le esigenze sia dei privati che delle aziende. Sono ammessi all’agevolazione:
Sono esclusi dall’accesso al bonus con detrazione sulla dichiarazione dei redditi, coloro che percepiscono soltanto reddito dall’esercizio di attività d’impresa o imprenditori che usufruiscono del regime forfettario. In questi casi, bisognerà optare per il Bonus Facciate con cessione del credito o sconto in fattura, di cui parleremo a breve.
Il bonus non pone alcun vincolo per quanto riguarda il patrimonio del richiedente o la sua fascia di reddito.
I lavori di riqualifica dovranno essere effettuati su un palazzo già esistente, con affacciata sulla strada. Gli interessati all’ottenimento del bonus devono possedere l’immobile in qualità di proprietario o di locatario con consenso scritto dal proprietario per effettuare i lavori.
Possono usufruire del bonus anche:
Adesso che abbiamo capito come funziona il bonus, dove può essere richiesto e da chi, scopriamo come procedere per ottenerlo. La prima cosa che dovete fare per richiedere il Bonus, sarà quella di accertarvi che il comune di residenza dell’immobile sia assimilabile al bonus.
Questa informazione può essere consultata online, sul sito del comune o richiedendola all’ingegnere o architetto che vi affiancherà nei lavori, i quali saranno a conoscenza di tutte le normative ed eventuali aggiornamenti. Il governo, anche in seguito alle ultime modifiche sulla cessione dei crediti e il decreto anti-frode del Novembre 2021, ha aumentato il numero di documenti per la richiesta del bonus.
Per richiedere il Bonus Facciate bisogna collegarsi al portale dell’Agenzia delle Entrate, inserendo lo SPID, e farsi guidare nel menu fino a selezionare il bonus prescelto.
Se l’immobile è una villa unifamiliare o un palazzo a sé stante, sul portale andranno caricati i seguenti documenti:
In caso di palazzo presente in un condominio, con parti da ristrutturare in comune, saranno necessari anche i seguenti documenti:
Questi sono i documenti specifici per richiedere il bonus, mentre quelli più generali che vanno sempre prodotti quando si svolge un lavoro sono la CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) e la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).
Come possiamo vedere, la mole di documenti da presentare è ammirevole, ma i professionisti del settore saranno pronti ad aiutarvi e sostenervi nel percorso, velocizzando tutti i processi di produzione della documentazione necessaria.
Questo documento permette di attestare tramite consultazione di un tecnico professionista, il fatto che le spese sostenute siano congrue rispetto ai listini di prezzo ufficiali. Il tecnico si assumerà responsabilità civile e risponderà in caso di irregolarità o errori. Questo documento è obbligatorio in caso si acceda al credito tramite modalità alternative.
Advertisement - PubblicitàPer coloro che non possono (come elencato nel paragrafo dedicato a chi può accedere al bonus) o non vogliono ottenere il bonus tramite sconto sulla dichiarazione dei redditi, sono previste dal Governo, alternative valide: vediamo quali.
Gli aggiornamenti alle modalità di cessione del credito hanno previsto massimo altre due cessioni del credito dopo la prima (Decreto sostegni Ter), i richiedenti possono essere soltanto professionisti e per i correntisti cessionari del credito non è più possibile cederlo successivamente. Inoltre è previsto il divieto di cessione parziale del credito (Decreto Rilancio).
In tal senso il credito dal 2022 è associato a un numero univoco da applicare alla domanda di bonus per evitare frodi. Con il Decreto Superbonus invece, sono stati modificati i tempi sull’utilizzo dei crediti in caso di sequestro. L’uso potrà avvenire una volta cessati gli effetti del provvedimento con aumento del periodo pari alla durata del sequestro.
Quando si fa domanda del Bonus Facciate con una di queste modalità, è previsto l’obbligo del visto di conformità, per ogni tipo di spesa.
Advertisement - PubblicitàRispetto ad altri bonus, quello per il rinnovo delle facciate è stato oggetto di più trattative.
In ogni caso il decorso previsto per questo bonus sarà fino al 31 Dicembre 2022, come abbiamo visto, con aliquota ridotta al 60% dopo tale data scadrà. Al momento non è certa la proroga al 2023, poiché il nuovo governo appena costruito non ha ancora rimaneggiato i vari bonus casa.
Per questi motivi, se steste valutando l’opzione del bonus, vediamo di riassumere in breve quali sono i suoi pro e i contro:
Il bonus per il recupero delle facciate permette di abbellire i palazzi in vista sulle strade, riqualificare i centri storici, permettendo anche un buon risparmio a livello energetico ed economico. Tra le note a favore del decreto troviamo:
Nonostante l’occasione rappresentata dal decreto, ci sono alcuni svantaggi da considerare, e in base alle necessità sarà melio optare per questo bonus piuttosto che un altro. Tra le note a demerito del decreto abbiamo:
Vista l’assenza di proroga per il 2023, o comunque per coloro che desiderano considerare altre opzioni, il PNRR prevede altri bonus per la casa in favore della ristrutturazione e dell’efficienza energetica. Gli altri bonus disponibili al momento sono principalmente tre: il Bonus Ristrutturazione, l’Ecobonus e il Bonus Infissi.
Vediamo in breve le loro caratteristiche e in cosa si differenziano con il Bonus Facciate.
Il bonus è stato istituito nel governo Draghi volto alla manutenzione ordinaria o straordinaria degli edifici. Il bonus è stato rinnovato fino al 2024 e prevede una detrazione del 50% sulle spese sostenute in fase di ristrutturazione, non solo dal proprietario dell’edificio, ma anche da chiunque abbia diritto reale sull’immobile e che sostenga le spese, come un parente o un locatario.
Tutte le spese andranno pagate con mezzi elettronici tracciabili come bancomat o bonifico bancario, e sono esclusi i pagamenti in contanti. Alla presentazione della domanda allo sportello online dell’Agenzia delle Entrate oppure al momento della dichiarazione dei redditi con modello 730 andranno presentati i documenti catastali, quelli del richiedente, e dal 2021 anche il documento di asseverazione tecnica.
Le modalità di rimborso della cifra sono esattamente le stesse del Bonus Facciate. Il bonus ristrutturazioni differisce da quello facciate sia per la quantità minore di bonus erogato, ma anche per il tipo di lavori da effettuare, che possono riguardare qualunque parte della casa, interna ed esterna, anche fuori dai centri abitati.
Approfondimento disponibile qui: “Bonus Ristrutturazione 2022: La guida completa“;
Se avete la necessità di sostituire soltanto gli infissi del vostro edificio, anche con piccole spese, Le agevolazioni previste per il rinnovo degli infissi di casa sono state estese anche per il 2022.
Il bonus infissi è una misura semplice e veloce per ottenere lo sconto direttamente in fattura o la cessione del credito. Nonostante le misure di cessione si siano inasprite rispetto alla prima versione del bonus, nel 2020, questo continua a funzionare. La detrazione prevista dal bonus serramenti permette di avere detrazione fiscale in seguito all’acquisto di nuove finestre: la detrazione arriva fino al 50% del costo sostenuto.
Le spese che rientrano nel bonus sono tutte quelle che permettono un miglioramento termico della casa, nello specifico nel caso di installazione o sostituzione di:
L’importo del bonus serramenti rimborsa la spesa in dieci anni, fornendo un accredito annuale sull’IRPEF fino a colmare la cifra stabilita. Per esempio, se rinnovate gli infissi per un importo di 5.000 €, la detrazione, pari al 50% ammonta a 2.500 €, e lo Stato vi rimborserà 250€ all’anno per dieci anni.
Il pagamento andrà effettuato in toto e in anticipo soltanto con forme di pagamento tracciabili, in seguito andrà avviata la pratica per il rimborso, con le modalità assimilabili a tutti gli altri bonus.
A differenza del Bonus Facciate, il bonus Serramenti è molto più facile da ottenere e richiede meno documenti.
Approfondimento disponibile qui: “Bonus infissi e finestre 2022: Come funziona? importi e requisiti“;
La serie di bonus conosciuta anche come superbonus è una detrazione fiscale volta alla riqualificazione energetica di immobili già esistenti. Il provvedimento voluto dal governo Draghi permette di sfruttare il PNRR e i fondi europei per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici italiani. La fascia di sgravio fiscale dipende dai lavori che si voglia effettuare.
Vediamo quali:
Altri interventi, con tetti massimi di spesa variabili, riguardano quelli sulle parti comuni di edifici per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, il riscaldamento dell’acqua o il raffrescamento, di classe non inferiore alla A; oppure interventi su edifici unifamiliari o unità immobiliari che sono situate in edifici plurifamiliari, come i condomini, per sostituire gli impianti di climatizzazione invernale o estiva, non inferiori alla classe energetica A.
Approfondimento disponibile qui: “Ecobonus 2022: come funziona – Guida Completa“;
Altri esempi di lavori che rientrano nel Superbonus sono gli impianti fotovoltaici e l’installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
Per accedere agli ecobonus bisognerà avere un certificato tecnico che dimostri un miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, stilato da un tecnico accreditato, la comunicazione ENEA (Ente Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente). Le modalità di rimborso spese sono le medesime per gli altri bonus.
Con il Decreto Semplificazioni di giugno 2022 gli Ecobonus sono forse diventati i più accessibili tra i vari bonus concessi dallo stato. Il nuovo decreto è stato voluto con lo scopo di snellire maggiormente la burocrazia dietro a questi incentivi per ampliarne l’accesso e la facilità di ottenimento.
In particolare le semplificazioni riguardano le valutazioni ambientali sugli impianti energetici, l’attesa per l’autorizzazione all’accesso alla banda larga, il silenzio assenso (se le istituzioni non rispondono nei tempi previsti, le pratiche vengono direttamente accettate), l’accelerazione degli appalti per opere nel settore energetico, agevolazione delle approvazioni del bonus 110%.
Advertisement - PubblicitàA prescindere dall’indiscutibile occasione per un risparmio economico consistente, questi bonus stanno svolgendo il loro compito? Stiamo realmente percorrendo il cammino giusto per un futuro più ecologico?
Il rapporto annuale di Enea che riguarda l’efficienza energetica ha evidenziato come gli interventi di miglioria energetica abbiano visto un boom di richieste e di pratiche avviate, circa 40.000 approvate con un flusso di denaro pari a 6 miliardi di euro. I dati sembrano essere incoraggianti: secondo i risultati forniti da ENEA, negli ultimi otto anni il risparmio annuo di energia è stato di circa 8.500 GWH, con impennata dopo il 2020.
Gli interventi richiesti, per il 42% sono stati volti all’ammodernamento degli impianti di climatizzazione, per il 25% sulla sostituzione di infissi eco-friendly, per il 22% sulla coibentazione delle pareti opache verticali e dei tetti.
L’obbiettivo di risparmio energetico prefissato dal piano del governo Draghi è stato raggiunto dell’80%, incoraggiando la prosecuzione e il rinnovo dei bonus, con possibilità di nuovi in futuro.
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